A Paolo Adamo Zuvadelli assegnato il Premio Flamenco
Vi ricordate il film “ladri di biciclette”? Era del 1948. E poi quell’altro: “Roma città’ aperta” di Rossellini del 1945? Stiamo parlando del neorealismo cinematografico italiano .
Dobbiamo dire che l’Italia, storicamente, per un po’ perse la guerra, ma in finale, o meglio nel mentre, si ravvide e poi la vinse.
Comunque tanto ricchi alla fine del conflitto non eravamo.
Infatti se vogliamo fare paragoni su come stava in Europa la gente in quegli anni, pensiamo che “ il povero operaio tedesco” in un film contemporaneo a ladri di biciclette,( film facente pure lui parte del neorealismo,) aveva in casa: le porcellane, il bel villino a più’ piani, con giardino e orto, il bel cavallo nell’aia, insieme agli altri animali, la barca di sua proprietà ancorata nel porticciolo vicino.
Noi a quel tempo, che eravamo quattro gatti ad occuparci di sport equestri, forse i cavalli non ce li mangiavamo, ma certo il paese in cui vivevamo non era ricco ed aveva altre scalette delle priorità. Un’altra storia, ma lì la Storia c’era, e’ quella dell’ambito e tradizione militare italiana.
Magari converrebbe studiarla visto che ha insegnato a tutto il mondo a montare a cavallo.
Oggi il miglior piazzamento nel gran premio Roma di un cavaliere italiano è stato quello di Piergiorgio Bucci, cavaliere che, con solide e forti basi nostrane imparate alla scuola militare di Passo Corese con Piero D’Inzeo direttore della suddetta, è emigrato all’estero dove vive, lavora ed addestra bene cavalli, come il suo bel grigio Cochello artefice del piazzamento odierno in gran premio. E che dire dell’amazzone tedesca seconda classificata?
Mi fermo ed entro in tema delle mie amate gare riservate ai giovani cavalli di 6 e 7 anni, organizzate dalla FISE in occasione dello CSIO di Roma.
Quest’anno l’Associazione Cavalli d’Italia, di cui Fabrizio Cestrilli è presidente e Renata Carniglia Consigliere, ha offerto due bellissime coppe ai primi classificati nati ed allevati in Italia, sia nella categoria dei sei anni che in quella dei sette. Nella categoria dei sei anni la coppa è andata a Paolo Adamo Zuvadelli vincitore della categoria, sulla bella saura Omega del Laghetto, di proprietà’ di Maura Toffoli. Paolo ha ricevuto pure il Premio Flamenco, una coppa d’argento, vinta dalla sottoscritta , montando nel ’77 il simpatico grigio, allevato da Ettore Sbardella. Il percorso della categoria dei 6 anni era alto 130 con fosso , gabbia e doppia gabbia.
I netti nel percorso base 7 su dieci ed 8 su dieci i cavalli sella italiani rispetto agli stranieri. tutti ottimi soggetti. La migliore ( e non ha vinto per caso) Omega del Laghetto.
Un plauso speciale a Clio Boni , che pure in questa occasione ha dato lezione di bella equitazione, arrivando quinta, non tirando la gara, su Seventyobolensky.
Ma son tutti bravi questi preparatori di giovani cavalli!
La finale sullo stesso tracciato dei sette anni era una 140.
Ha vinto Pyna Van dei Bunder , uno dei 3 cavalli, non sella italiani partiti in questa gara. La cavalla (una BWP) è speciale, super potente. E’ stata pilotata benissimo da Filippo Bassan. Onore al merito.
Giovanni Megaton con il tempo di 37,82 non ha vinto al barrage per “colpa” di un errorino. Carinissimo, molto ben costruito muscolarmente e ben educato: One Love. Giovanni ha eseguito il lungo percorso facendo indossare al cavallo un semplice filetto e con due dita di appoggio sulle redini. Che finezza!
Una delizia che gli ha valso la terza posizione. Secondo in questa gara si è classificato il grande Bruno Chimirri su Je suis Godot D’Acheronte premiato con la coppa offerta al miglior sella italiano dei sette anni. Quarto Giuseppe Felici con un errore e quinto Graziano Tazzi con uno scarto per una girata troppo stretta in barrage.
Speriamo che in un prossimo futuro, non troppo lontano, si dia più’ spazio in Italia e soprattutto più’ quattrini ai cavalli sella italiani che si affacciano a Piazza di Siena.
Ho chiesto quanto ha vinto in euro il sei anni primo classificato e mi è stato risposto: 6.000 euro. Veramente pochino pensando alle varie spese di trasferta.
I “Sella Italiani” cavalli nati ed allevati in Italia sono gioielli che devono entrare a far parte delle eccellenze italiane e vanno protetti e supportati