Amarcord... Gourko, quel russo indomabile
NEL NOSTRO PAESE è il momento delle corse al trotto internazionali. A Modena il Gran Premio Renzo Orlandi – intitolato a uno dei più illustri imprenditori ippici modenesi che hanno reso per molti anni fervente l’ippica emiliana e al quale si deve la costruzione dell’attuale ippodromo della Ghirlandina – è stato l’ultima premessa al napoletano Gran Premio Lotteria, biglietto da visita eccelso del nostro trotto all’estero.
Il confronto internazionale è divenuto una esigenza per indirizzare in modo competito le scelte allevatoriali e di training – oltre che emozionante spettacolo – attorno al 1880, dando il via alle prime importazioni di trottatori dall’estero. Prima di tale epoca i cavalli che correvano al trotto sulle nostre piste erano, nella quasi totalità, piccoli cavalli di origine friulana. Morfologicamente non certo affascinanti, questi erano dotati, però, di resistenza e coraggio, doti indispensabili per correre attaccati ai pesanti veicoli dell’epoca sui duri e sconnessi circuiti improvvisati, lungo i quali si disputavano le corse.
Le prime importazioni di trottatori in Italia furono quelle degli Orloff provenienti dalla Russia. Tra di essi vi fu Gourko, dimostratosi campione in razza oltre che in pista.
Gourko era nato nel 1874, nell’allevamento Tulinoff. Nel 1878 venne ceduto al commerciante di cavalli Guilde Bardine e poi acquistato dal conte Popoff, nobile russo trasferitosi a Parigi. In Francia passò di proprietà ad Alberto Dukamel di Rouen, che ne fu anche driver. Proprio con la sua guida, Gourko debuttò in Italia il 16 giugno 1881 nella corsa “Omnium”, prevista durante lo svolgimento dell’”Esposizione Nazionale” che si tenne quell’anno a Milano.
In quella occasione Gourko fu battuto dal nostrano Vandalo, campione epico derivato in linea paterna da un purosangue inglese (quanta intraprendenza allevatoriale già all’epoca!). Sugli spalti, costruiti per l’occasione di fronte all’Arco del Sempione, vi era il barone Alberto Roggeri, appassionatissimo trottofilo e geniale allevatore di stanza a Modena, che, impressionato dal baio stallone russo, lo acquistò all’istante per l’allora notevole somma di 12.500 lire. Rimase così in Italia uno dei migliori trottatori e riproduttori dell’Ottocento.
Gourko era di splendido modello, poderoso soprattutto se confrontato con i cavalli friulani sui quali l’occhio degli ippofili dell’epoca aveva fatto ormai l’abitudine. Petto largo, spalla possente, arti non lunghi ma con diametro osseo rilevante, posteriori ben muscolati, splendida incollatura, andatura rilevata e potente ne facevano una macchina da guerra. Lo sguardo vivace diceva anche di un carattere indomito. Ne ebbe, effettivamente, ragione un unico guidatore: Vincenzo Mazzarini. Tra il 1881 e il 1884, i due formarono un’accoppiata indissolubile. Vincenzo Mazzarini, che era stato alla guida dei migliori trottatori dell’epoca, era uomo sensibile e trainer preparato. Visse quegli anni in una simbiosi totale con Gourko e quando egli, malato di tisi, sentì le forze affievolirsi, fu quel trottatore a trasmettergli il coraggio di rimanere in pista. Amministrare, con la tecnica e la sensibilità che gli erano propri, quella forza della natura diede a Mazzarini l’illusione di avere il controllo della vita stessa: quasi che la forza vitale si potesse trasporre da cavallo a guidatore. Il barone Roggieri, consapevole dello stretto rapporto che legava Gourko e il suo driver, alla morte di quest’ultimo, avvenuta il 3 settembre 1884, ritirò dalle corse il trottatore russo e lo mise in razza, cosicché rimanesse intatto lo splendido ricordo che tutti gli appassionati di corse avevano dei due.
Tra le ultime imprese di Gourko e Vincenzo Mazzarini vi fu la prova “Internazionale” che si disputò a Modena l’11 maggio 1884. Vinsero, percorrendo i duemilacinquecento metri, previsti dal programma, in 1.31 al chilometro, iscrivendo così, per primi, il loro nome nel G.P. Renzo Orlandi.